Conclave 2025

Messaggio di Mons. Stefano Maria Rosati presidente nazionale UAC

Messaggio di Mons. Stefano Maria Rosati
Presidente nazionale UAC

Con-fratelli ed Amici, oggi inizia il conclave.

Lo accompagniamo con la nostra preghiera.
Rifuggendo – come ci ha insegnato papa Francesco di santa memoria – la mondanità spirituale, quanto mai insidiosa in frangenti come questo, vogliamo ripetercelo con convinzione e ribadirlo a tutti con forza: siamo certi che ogni Papa continua a incarnare Pietro e la sua missione e così rappresenta Cristo in terra: egli è la roccia su cui è edificata la Chiesa (cfr. Mt 16,18).
Sì, l’elezione del nuovo Papa non è un semplice avvicendarsi di persone, ma è sempre l’Apostolo Pietro che ritorna.
I Cardinali elettori esprimeranno il loro voto nella Cappella Sistina, dove non possiamo seguirli nel loro totale isolamento. Ma possiamo – ed è questa un’altra lezione cui ci ha abituato papa Francesco di santa memoria come figlio del Sant’Ignazio degli Esercizi – “comporci” anche noi in quello stesso luogo, dove – come dice la Costituzione Apostolica Universi dominici gregis – «tutto concorre ad alimentare la consapevolezza della presenza di Dio, al cui cospetto ciascuno dovrà presentarsi un giorno per essere giudicato».
Vale per loro, i Cardinali elettori, nell’esercizio della responsabilità delle chiavi, ma vale anche per ognuno di noi, pellegrino tra la creazione ed il giudizio.
Ci aiuta, nell’imminenza del Conclave, riascoltare alcune delle stupende parole di papa Giovanni Paolo II nel Trittico Romano: «E proprio qui ai piedi di questa stupenda policromia sistina si riuniscono i cardinali, una comunità responsabile per il lascito delle chiavi del regno. Giunge proprio qui e Michelangelo li avvolge tuttora della sua visione. In lui viviamo, ci muoviamo ed esistiamo. Chi è Lui? Ecco la mano creatrice dell’Onnipotente vecchio diretta verso Adamo: al principio Dio ha creato colui che vede tutto.
La policromia sistina allora propagherà la parola del Signore: tu es Petrus, udì Simone il figlio di Giona, a te consegnerò le chiavi del Regno. La stirpe, a cui è stata affidata la tutela del lascito delle chiavi, si riunisce qui, lasciandosi circondare dalla policromia sistina: Da questa visione che Michelangelo ci ha lasciato.

Era così nell’agosto e poi nell’ottobre del memorabile anno dei due conclavi e così sarà ancora quando se ne presenterà l’esigenza dopo la mia morte. All’uopo bisogna che a loro parli la visione di Michelangelo.
Con-clave: una compartecipata premura del lascito delle chiavi, delle chiavi del Regno. Ecco, si vedono tra il principio e la fine, tra il giorno della creazione e il giorno del giudizio: è dato all’uomo di morire una volta sola e poi il giudizio.
Una finale trasparenza e luce: la trasparenza degli eventi, la trasparenza delle coscienze.
Bisogna che in occasione del conclave Michelangelo insegni al popolo: non dimenticate che omnia nuda et aperta sunt ante oculus eius.
Tu, che penetri tutto, indica. Lui additerà.
A loro il voto, a loro ma anche a noi la Cappella sistina! A noi e loro, a tutta la Chiesa ed all’umanità che comunque lo attende colui che Lui presto additerà…