COMUNICATO IN MORTE DI PAPA FRANCESCO
per dodici anni,
un mese e otto giorni
(dal 13 marzo 2013 al 21 aprile 2025)
(JORGE MARIO BERGOGLIO)
17 dicembre 1936-21 aprile 2025
La Federazione italiana dell’Unione Apostolica del Clero (UAC), insieme al suo presidente mons. Stefano Maria Rosati, mentre eleva al Signore Risorto il rendimento di grazie per il ministero “profetico” di Papa Francesco al servizio della Chiesa universale, lo raccomanda al
Padre delle misericordie, perché conceda il premio al suo servo fedele. La speranza certa della Risurrezione, che ci trasmette l’Ottava di Pasqua nella quale egli ha accolto l’ultima chiamata, durante l’Anno Santo che egli ha voluto fosse il Giubileo della speranza, ci unisce nella comunione dei santi nella preghiera di suffragio per l’anima benedetta di Papa Francesco.
Uomo di Dio, che, avendo scommesso sul Vangelo sine glossa come il Santo di cui ha voluto portare il nome, con l’attitudine al discernimento imparata dal Santo che fin da ragazzo aveva scelto di imitare, da questi “discepoli” di Cristo ha trasmesso al mondo la passione per l’uomo, a cominciare dai poveri e da tutti i “cercatori”. Perché la forza del Vangelo può cambiare il mondo e la pace può ancora fiorire! Pastore con l’odore delle pecore e cioè per la gente e con la gente fino all’ultimo giorno, sempre pronto al sacrificio di sé, fino all’ultimo respiro, è stato instancabile promotore di una Chiesa “in uscita” e cioè sempre meno occidentale e missionaria fino a quegli estremi confini del mondo, da cui era venuto, mai fortezza e sempre ospedale da campo. Ha guidato la barca di Pietro nei mari agitati di questo nostro tempo tormentato, senza paura, spesso controcorrente, con il coraggio mite dei profeti. Con la fermezza incrollabile del “porteño” e la dolcezza disarmante della misericordia senza misura. Coniugando, fin dal primo momento, la dolce gioia evangelizzatrice dell’Evangelii nuntiandi e la gioia evangelica dell’Evangelii gaudium, ha seminato il sogno di Dio nei nostri cuori, invitandoci a fidarci sempre ed innanzitutto del Signore Gesù, nostro compagno, amico, fratello, che ci vuole fratelli tutti.
Il suo magistero sul sacerdozio è un magistero vivente, che, partendo dalla sua esperienza personale, è sempre rivolto alle persone “in carne ed ossa”, più che alle statistiche ed ai numeri. Mai “balconero”, ma sempre incarnato. Ce lo ha lasciato lungo tutto il suo pontificato ma, quasi come “un canto del cigno”, in occasione del Simposio sul sacerdozio ce lo ha riassunto nelle “quattro vicinanze”: Dio, il vescovo, i con-fratelli e il “santo e fedele” popolo. Sono quattro “direttrici” che anche dopo di lui resteranno a lungo a segnare il cammino dell’UAC, che le ha raccolte fin dall’inizio del presente triennio e con umile determinazione sta cercando di declinarle nella riflessione e nella prassi associativa. Con l’unico obiettivo di promuovere la bellezza del ministero ordinato e la necessità della formazione permanente del clero per la sua santificazione.
L’UAC con tutti i suoi soci (vescovi, presbiteri e diaconi) si unisce alla preghiera che da tutta la Chiesa si eleva in suffragio dell’anima del vescovo di Roma e papa Francesco, perché, dopo aver servito con passione nella vigna del Signore, riceva il premio delle sue fatiche e del suo amore per Gesù, per la Chiesa e per tutti gli uomini e donne che Dio ama.
Roma, dalla Sede nazionale, li 21 aprile 2025 Lunedì fra l’Ottava di Pasqua
la Presidenza nazionale