Messaggio di Mons. Stefano Maria Rosati
Presidente nazionale UAC
Con-fratelli ed Amici,
soltanto ieri i Cardinali elettori erano entrati sotto la «policromia sistina» ed oggi, già alla quarta votazione, con uno straordinario segno di unità, sorprendente solo per chi non sapesse che è all’opera lo Spirito Santo, hanno donato a Roma, alla Chiesa tutta ed al mondo un nuovo Papa. La stessa elezione di Papa Leone XIV è un segno disarmante di quella pace, umile e perseverante, che egli ha più volte augurato nel suo primo affaccio dalla Loggia di San Pietro: “La pace sia con tutti voi! Fratelli e sorelle carissimi, questo è il primo saluto del Cristo Risorto, il buon pastore che ha dato la vita per il gregge di Dio. Anch’io vorrei che questo saluto di pace entrasse nel vostro cuore, raggiungesse le vostre famiglie, a tutte le persone, ovunque siano, a tutti i popoli, a tutta la terra. La pace sia con voi!”
Sì, la stessa elezione del primo papa nordamericano con nazionalità peruviana, dalle radici miste francesi, italiane e spagnole, è un segno inequivocabile che il Signore non abbandona mai la sua Chiesa. Ed è capace di sorprenderci, così come è capace di offrire al mondo la testimonianza di una Chiesa unita, come lo è stato il Collegio dei Cardinali.
Alcuni passaggi del suo discorso appaiono immediatamente “generativi”. Non è il momento di rifletterli personalmente, né di rielaborarli in chiave associativa. Per ora ci basti registrarli. Magari provando ad “assaporarli”. Sono almeno quattro.
Il primo: Leone XIV si è presentato come «figlio di Sant’Agostino», e questo non è un dettaglio di colore. È una chiave di lettura. Agostino, infatti, non è stato solo un gigante del pensiero: è stato un pastore consumato dal fuoco dell’amore per la verità e per il suo popolo. Con-fratelli ed Amici, non siete stati anche voi “toccati” dalla citazione agostiniana, semplice ma cruciale: «Con voi sono cristiano, per voi sono vescovo»? E questo è lo “stile agostiniano” con cui il nuovo Papa ha scelto di iniziare il suo pontificato. Non è anche quello con cui chiediamo di poter esercitare il nostro ministero?
Il secondo: non ci siamo ritrovati nel ricordo grato e commosso, che traspariva dalle parole e si leggeva sul volto, che il suo successore ha tributato a Papa Francesco?
«Siamo discepoli di Cristo. Il mondo ha bisogno della sua luce. L’umanità necessita di Lui come il ponte per essere raggiunta da Dio e dal suo amore. Aiutateci anche voi gli uni gli altri a costruire ponti, con il dialogo, con l’incontro, unendoci tutti per essere un solo popolo sempre in pace. Grazie a Papa Francesco!»
Il terzo: come non mettere, senza ritardi né remore, le nostre persone ed il nostro ministero al servizio della Chiesa di papa Leone? Che ci chiama a volerla così: «A tutti voi, fratelli e sorelle di Roma, di Italia, di tutto il mondo vogliamo essere una Chiesa sinodale, una Chiesa che cammina, una Chiesa che cerca sempre la pace, che cerca sempre la carità, che cerca sempre di essere vicino specialmente a coloro che soffrono».
Il quarto e, per ora, ultimo passaggio, quello conclusivo: alla Madonna Leone XIV ha affidato il suo ministero, proprio nel giorno della supplica a Pompei, domandando a tutti di recitare l’Ave Maria. Ha detto: «Oggi è il giorno della Supplica alla Madonna di Pompei. Nostra Madre Maria vuole sempre camminare con noi, stare vicino, aiutarci con la sua intercessione e il suo amore. Allora vorrei pregare insieme a voi. Preghiamo insieme per questa nuova missione, per tutta la Chiesa, per la pace nel mondo e chiediamo questa grazia speciale a Maria, nostra Madre: Ave Maria…».
Oggi il mondo è in mezzo ad una tempesta, squassato da guerre e violenza. Preghiamo per la pace. Preghiamo per i costruttori di ponti e di dialogo. Preghiamo per una Chiesa davvero sinodale e mariana. Preghiamo per lo “stile agostiniano” del nostro ministero.
E preghiamo per papa Leone nei primi passi del suo ministero. Preghiamo con Pietro e per Pietro che oggi ha assunto il nome di Leone… sarà comunque Pietro 267esimo!