Don Luigi Mazzuccato, storico Direttore di medici con l’Africa Cuamm e fedele aderente all’UAC è ritornato alla casa del Padre il 7 dicembre 2015 a Padova.
Uomo di grande statura intellettuale, con una straordinaria capacità di conciliare profezia e realismo è stato guida salda, e soprattutto maestro di vita per i tanti che lo hanno conosciuto. Nel 1955 raccolse la sfida di guidare il Cuamm, portata avanti con dedizione e impegno, accompagnati dalla tendenza a cercare di più il positivo che il negativo delle persone e degli eventi, ma soprattutto con determinazione e coraggio.
Don Dante Carraro, attuale direttore di Medici con l’Africa Cuamm, lo ricorda così: «Sotto quell’immancabile vestito nero, accompagnato dall’altrettanto inconfondibile berretto (ovviamente nero), c’era la scoperta, quotidiana e riconoscente, di un arcobaleno, colori armoniosi e intensi di una personalità ricca e piena di vita. Di quell’arcobaleno mi piace citare solo alcuni colori: i poveri, che per don Luigi sono il patrimonio di Dio; le persone, che sapeva sempre ascoltare e mettere al centro; la Provvidenza e il fidarsi del progetto di Dio, in ogni momento; e, infine, la preghiera, sorgente fresca e limpida della sua vita».
Molti i momenti significativi della sua vita, tante le prove e le difficoltà che ha dovuto superare in oltre 50 anni alla guida del Cuamm. «Nei miei 110 viaggi in missione in Africa ho visto la povertà, la sofferenza – diceva don Mazzucato -. Ho provato l’angoscia, nel 1987, davanti al primo reparto di 40 letti per malati di Aids, all’ospedale di Aber in Uganda, tutti occupati, alcuni malati morenti e gli altri destinati a morire nel giro di due anni. Ho provato l’angoscia davanti alle vittime della guerriglia in Mozambico, alle chiese piene di cadaveri nel genocidio in Rwanda (1994), ai bambini malnutriti gravi in Etiopia. Ho sentito il grido straziante di una madre, in una notte a Catiò in Guinea Bissau, da un villaggio vicino, che piangeva disperata la morte del suo bambino. Ho visto le rovine provocate dai conflitti interni in Angola. Ho visto, più recentemente, l’estrema povertà in Sud Sudan e lo squallore di certi ospedali dove nessuno di noi avrebbe il coraggio di farsi curare e forse nemmeno di metterci un piede dentro».
Nel discorso pronunciato l’11 novembre 2010, durante la cerimonia in cui l’Università di Padova gli conferiva la laurea ad honorem in “Istituzione e politiche dei diritti umani e della pace”, ha ribadito i principi ispiratori del Cuamm, che hanno sempre guidato la sua vita.
«Entrando nella vecchia sede del collegio, in via Galilei a Padova, ho visto scolpita sulla vetrata dell’ingresso la scritta Euntes curate infirmos. Era il mandato evangelico, la finalità del Cuamm. Mi sembrava di leggervi più che un invito ai discepoli, un comando di Gesù. Andate! Curate gli infermi, prendetevi a cuore i malati, guariteli e dite loro: “il regno di Dio ora è vicino a voi!” (Lc 10,9). […] Il principio guida del Cuamm è sempre stato quello della libertà, come criterio formativo, perché soltanto in clima di libertà, sosteneva il professor Canova, si possono formare convinzioni durature e aiutare i giovani a realizzare i loro ideali. Libertà nella scelta delle iniziative da intraprendere per realizzare gli obiettivi della propria missione: prendersi cura dei malati, i più poveri, nei paesi più poveri, nelle aree più sprovviste e per le fasce più deboli e bisognose della popolazione. Ho sempre detto: poveri ma liberi, non condizionati dalle convenienze, guardando solo dove maggiori sono le sofferenze e le necessità, mossi dalla ricerca della verità perché è la verità che fa liberi, secondo lo Spirito del Signore, che è Spirito di libertà».
Don Luigi Mazzucato è nato a Saccolongo (Padova) l’8 gennaio 1927. È stato ordinato sacerdote nel 1950. Nel 1955 ha conseguito la laurea in Teologia presso l’Università Gregoriana di Roma.
Dal 1955 al 2008 è stato direttore e anima instancabile di Medici con l’Africa Cuamm. Quando nel settembre del 1955 fu chiamato a dirigere il Collegio Universitario degli Aspiranti Medici Missionari (Cuamm) aveva 28 anni e il Collegio ne contava appena cinque. Era nato nel dicembre 1950. Fin da subito fece suo quel motto evangelico “Euntes curate infirmos” (Mt. 10,6-8) che, scolpito sulla vetrata d’ingresso della sede, era stato scelto dai fondatori del Collegio ad indicare le finalità e l’ispirazione di Medici con l’Africa Cuamm, il senso del suo esistere e lo scopo del suo operare.
Per oltre sessant’anni la vita di don Luigi Mazzucato si è intrecciata con la storia di Medici con l’Africa Cuamm. Sotto la sua guida Medici con l’Africa Cuamm ha ospitato 1053 studenti provenienti da 32 paesi del Terzo mondo e parecchie centinaia di studenti italiani. Parallelamente, in questi anni, con Medici con l’Africa Cuamm sono partiti più di 1.000 medici e 300 tra infermieri e tecnici vari, con un impegno di servizio della durata media di 3-4 anni, alcuni anche per 8-10 anni o per tutta la vita.
L’ 11 novembre 2010 presso l’Aula Magna del Palazzo del Bo, don Luigi Mazzucato è stato insignito della Laurea Honoris Causa in Istituzioni e Politiche dei Diritti Umani e della Pace conferitagli dall’Università di Padova nell’ambito delle celebrazioni per il sessantesimo di Medici con l’Africa Cuamm che si sono svolte alla presenza del Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano. Il 24 settembre 2011 in occasione della 30° edizione del Premio Masi, riconoscimento conferito sin dal 1981 a personaggi originari delle Venezie che hanno saputo eccellere nei diversi campi dell’attività umana, ha ricevuto il premio speciale “Grosso d’Oro Veneziano”.
Con all’attivo oltre 100 viaggi di missione nel continente africano, don Luigi ha continuato ad accompagnare con la sua presenza silenziosa il lavoro di Medici con l’Africa Cuamm, fino agli ultimi istanti della sua vita.