RIFLESSIONE PER LA QUARESIMA – don Vittorio PERI

 piccola riflessione – n. 3

 ARRIVIAMO FINALMENTE AL “CUORE” DELLA BIBBIA

di Vittorio Peri 

Nella prima di queste piccole riflessioni è stato commentato l’invito di papa Francesco a leggere la Bibbia. Nella seconda, abbiamo accennato ad alcune difficoltà per comprenderla. Mettiamo ora l’accento sul messaggio centrale, sul “cuore”  del testo biblico che, da solo, ne giustifica l’assidua lettura e che dà senso pieno alla nostra esistenza.

E’ Gesù stesso che ce lo rivela con inaudite, sconvolgenti parole: “Dio ha tanto amato il mondo da dare il suo Figlio unigenito perché chiunque crede in lui non muoia, ma abbia la vita eterna. Dio non ha mandato il Figlio nel mondo per giudicare il mondo, ma perché il mondo si salvi per mezzo di lui (Gv 3, 16 -17).

Chi dovesse restare indifferente di fronte a questa stupenda rivelazione dovrebbe mettersi una mano sul cuore; e trovarlo di pietra, incapace di provare emozioni. A costui si potrebbe rivolgere il pungente interrogativo dantesco: “E se non piangi, di che pianger suoli?” (Inferno, canto XXIII, v. 42).

  1. Le parole di Gesù sono sconvolgenti perché capovolgono l’idea di Dio che dall’Antico Testamento è giunta fino a noi: che la religione consista primariamente nel cercare Dio, nel pregarlo per ottenere la sua benevolenza, nell’osservare i precetti morali. Al popolo d’Israele, Mosè ne aveva dati 613 tra proibizioni (365) e obbligazioni (248). Gesù ne ha dato uno soltanto: quello dell’amore a Dio e al prossimo.

E nel vangelo non c’è traccia di religione. Si parla invece di fede in Dio che viene a cercarci, che bussa alla nostra porta – a tutte le “porte” umane! – per riversare in noi un fiume di amore e portarci il dono di una vita piena di grazia, di luce, di gioia. Ogni pagina del vangelo è profumata di gioia: dei malati guariti, dei morti richiamati alla vita, dei peccatori perdonati. Attorno a Gesù rifioriva sempre la vita  “di una qualità tale – scrive il biblista Alberto Maggi – che scavalcherà la morte, quando la incontrerà”.

  1. Il protagonista della nostra vita spirituale è Dio; non l’uomo. Essa non dipende primariamente da quello che noi facciamo per Lui, ma da quello che Lui fa per noi. Il Figlio di Dio è uscito dalla sua condizione divina  per illuminare il buio della nostra esistenza. La sua venuta in mezzo a noi è un abbraccio, un bacio d’amore per l’intera umanità.
  2. Egli non è venuto “accanto” a noi ma, si è fatto uno di noi. (Il testo originale del vangelo, in greco, non dice che si è fatto uomo (anthropos), ma carne (sarx) per evidenziare la debolezza, la fragilità, la caducità di tutta la realtà storica, umana e no.
  3. Paolo scrive che “la creazione stessa attende con impazienza la rivelazione dei figli di Dio. Essa è stata infatti sottomessa alla caducità (…) e nutre la speranza di essere lei pure liberata dalla schiavitù della corruzione per entrare nella libertà della gloria dei figli di Dio” (Lettera ai Romani 8, 19 -21).

“Sunt lacrimae rerum, scriveva Virgilio nell’Eneide: le lacrime delle cose! Anch’esse attendono di essere asciugate dai nostri volti, come sempre ha fatto Gesù, che non ha mai voluto il pianto di nessuno. Attorno a Lui – seminatore di gioia – la  vita è sempre rifiorita, piena di speranza e di pace.    

  1. La sua Parola, poi, quando scende nel cuore, lascia sempre un seme di vita. Scriveva il profeta Isaia: “Come la pioggia e la neve scendono dal cielo e non vi ritornano senza avere irrigato la terra, senza averla fecondata e fatta germogliare, così sarà della Parola uscita dalla mia bocca” (55, 10-11).

La sua Parola non è un semplice suono, ma anche un fatto concreto. Egli non parla senza fare. La sua parola non solo annuncia, ma crea ciò che esprime; non solo informa, ma dà forma a chi l’ascolta con fede. E’ sacramentale. Nella celebrazione dell’Eucaristica, ripetuta da colui che la presiede, essa trasforma il pane e il vino in corpo e sangue di Cristo crocifisso.

  1. Un ulteriore misterioso valore della Parola è messo in luce da un’esperienza vissuta in sogno da un maestro di spiritualità. Accompagnato in paradiso, vide con sorpresa una moltitudine di sapienti curvi sulle pagine della Bibbia, immersi nella lettura e nella riflessione. Il maestro, alquanto deluso, chiese alla guida: “Ma è tutto qui il paradiso?” “No – rispose questi -. Non sono loro ad essere in paradiso; è il paradiso che è in loro”.

Letta, riletta e meditata con la Bibbia, la Parola fa pregustare qui in terra ciò saremo nell’aldilà. E mentre ci guida verso il “giorno senza tramonto”, come bussola del nostro cammino, ce ne fa sperimentare l’indicibile mistero: potente come una  folgore che squarcia la notte e dolce come un tramonto di primavera.                                    

 

“piccola riflessione” n. 4 –  PASSA GESU’ E  RIFIORISCE LA VITA