Don FABRIZIO DE MICHINO
Una vita breve ma intensa per i presbiteri
Ho la gioia ma anche la trepidazione di poter sbagliare nell’illustrare ai nostri vescovi, presbiteri e diaconi collegati con l’UAC l’esempio di vita di Don Fabrizio De Michino, presbitero della Chiesa di Napoli, deceduto il 1 Gennaio 2014 a soli 31 anni.
Di questo “testimone” vorrei più presentare l’aspetto del suo rapporto con il vescovo ed il presbiterio. Presentai a lui la realtà dell’UAC in Seminario, in un incontro amichevole e, dopo tempo, ci incontrammo nella sua parrocchia di Napoli ponticelli portando materiale preso sia dalla sede Internazionale sia da quella Italiana: era interessato. Aveva visto nell’UAC una realtà forte che non solo creava momenti di aggregazione per i preti ma anche per i seminaristi, in quanto lui era anche animatore al Seminario. Durante il suo ministero si è però “affacciata” la malattia, che, mentre lo indeboliva nel corpo, lo fortificava nello spirito e, ancor più, fortificava i tanti che lo incontravano, in particolare ministri ordinati.
Grazie alla fraternità di alcuni presbiteri egli ha anche dato testimonianza di incoraggiare non se stesso, ma tanti di noi “cosiddetti sani” a fare la volontà di Dio.
Più volte mi ha manifestato di desiderare che i preti vivessero e si stimassero sempre più: l’UAC gli piaceva per questo. La rivista, da noi a lui offerta, divenne per lui lo spunto per incontri personali con me fino a chiedersi la bellezza dello scambio di esperienze extradiocesane tra noi presbiteri.
L’incontro con Papa Francesco del 25-04-2013, ha dato l’opportunità a don Fabrizio di recare al Santo Padre una lettera, che ha fatto il giro del mondo. Uuna lettera che è una vera e propria catechesi di spiritualità sacerdotale, rimettendosi tutto nelle mani di Dio, che avrebbe messo in lui “un cuore nuovo”.